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RECENSIONE IN ANTEPRIMA: Lincoln

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REGIA: 
Steven Spielberg

CAST:
Daniel Day-Lewis: Abraham Lincoln; Sally Field: Mary Todd Lincoln; 
David Strathairn: William H. Seward; Tommy Lee Jones: Thaddeus Stevens; 
Joseph Gordon-Levitt: Robert Todd Lincoln; Hal Holbrook:Francis Preston Blair; 
James Spader: Bilbo

Best Actor, Best Supporting Actor, Best Director in queste categorie e in altre 9  possiamo leggere il titolo di questo film che sto per recensire, un totale di 12 nominations per il nuovo film di Steven Spielberg: Lincoln.
Difficile non conoscere (o almeno ipotizzare) la trama, l’argomento portante intorno al quale ruota tutta la pellicola: il presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln.
Il film è l’adattamento di un romanzo, “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln” di Doris Kearns Goodwin (si, ti avverto questo è il film della gente con “nomi complessi“), e la cosa, chiaramente, poteva essere un problema per un regista (l’adattamento da un romanzo presenta molte più difficoltà di quante ne dia un’ “idea originale” sia per quanto riguarda la tecnica che le idee) ma, come ci ha ormai abituato, Spielberg riesce a gestire tutte le difficoltà che presentava questa pellicola…il risultato?
Se non hai fretta arriva alla fine di questo post e lo conoscerai.
Partiamo, però, prima dalla trama come di consueto.
Il film, così come il romanzo da cui è tratto, si concentra sugli ultimi anni di vita di Lincoln, nonostante sia stanco e
anziano il presidente è l’uomo più amato dal popolo americano e, sfruttando questo potere, deve far fronte a due problemi,
la guerra di Secessione che infuria, ormai, da anni e la schiavitù (che infuria ormai da millenni), ci riuscirà usando tutta
la sua astuzia politica.
Finita qui la trama passiamo ora al mio commento.

Lo dico fin dall’inizio, l’ho accennato pure prima in verità, Lincoln era un film “difficile” da affrontare e da fare per il regista e tutti coloro che ci hanno lavorato.
Tantissime erano le difficoltà prima tra tutte  il dover adattare la materia scritta (del romanzo) in materia cinematografica e il lavoro diventava ancora più difficile se si considerava che si doveva affrontare come argomento i momenti più importanti della vita del presidente che la maggioranza degli americani, ancora oggi, adora.
Come sfondo si dovevano usare, inoltre, una grande serie di intrighi politici e tecnicismi di quel mondo che sono sconosciuti (e incomprensibili) alla maggior parte degli spettatori.
Queste erano le difficoltà che ha incontrato Spielberg, cosa può averlo aiutato nella direzione di questo film ?
Il cast.
Ho visto tanti film, in alcuni di questi il cast era coeso, competente e capace, in ben pochi il cast era perfetto (anzi, forse in nessuno prima della visione di Lincoln) con questa pellicola è tutto cambiato.
Lo dico qui (probabilmente lo ripeterò in seguito) e sarò lapidario:
Daniel Day Lewis (nome “complesso” numero 2) nei panni di Lincoln è PERFETTO.
Daniel Day Lewis è Abraham Lincoln
Tommy Lee Jones (nome “complesso” numero 3), nel ruolo che interpreta, è PERFETTO.
Sally Field, nel ruolo di Molly Lincoln, è PERFETTA.
Gli altri membri del cast, Joseph Gordon Levitt (nome “complesso” numero 4) e gli altri, si presentano come semplici satelliti che gravitano intorno alle PERFETTE prestazioni dei mostri sacri, che ho prima elencato, nonostante ciò la loro prestazione si staglia ad un livello più che alto.
Lo dico senza remore: il film inizialmente mi ha deluso, e non poco.
Senza tante spiegazioni o complimenti veniamo catapultati nel bel mezzo della vicenda e, inizialmente, questo non è un problema.
Inizia tutto con un omaggio ad uno dei discorsi più belli pronunciati dal presidente (un chiaro sunto della sua politica), quello pronunciato a Gettysburgh e in cui (blaterava?):”…un governo del popolo, dal popolo, per il popolo“, il Presidente ci viene, poi, presentato nella sua sfera familiare, ha perso un figlio ne ha un altro piccolo e un altro al college ad Harvard, poi cosa accade?
Non ne ho la minima idea.
Ci viene presentata la situazione politica, il Presidente si unisce ai membri del suo governo per decidere cosa fare in merito alla guerra e alla schiavitù, il modo in cui discutono?
Incomprensibile.
Dialoghi incomprensibili in LincolnRicco di tecnicismi, termini gergali, tipici termini governativi che ben pochi spettatori americani comprendono (e ancora meno spettatori non americani comprenderanno) così risultano i dialoghi per una buona quarantina di minuti poi, per fortuna, ritorna tutto alla normalità anche se il sottofondo “tecnico” non scompare mai totalmente.
Quanto detto per la difficoltà dei dialoghi può valere anche per la noia dello spettatore, anzi, la noia è sicuramente determinata anche dai dialoghi incomprensibili che dobbiamo ascoltare durante la prima fase del film.
Terminata questa fase, però, tutto cambia.
Passata questa fase, quasi un prezzo che bisogna pagare per assistere alla seconda fase del film (che è il “vero film” e che è un capolavoro), la regia di Spielberg, la fotografia, tutto cambia in meglio.
Spielber alla regia si dimostra (indovina un poò?) PERFETTO.
La regia di Spielberg è “funzionale“.
Qualcosa di difficile da spiegare, tuttavia quando guarderai il film capirai facilmente a cosa mi riferisco, nel film ben poco viene lasciato all’immaginazione.
Quando Lincoln si riunisce con un gruppo di suoi “aiutanti” per parlare di nuove “tattiche” per ottenere nuovi voti a favore del tredicesimo emendamento (si, quello che abolisce la schiavitù) ci vengono mostrate le scene in cui queste “tattiche” vengono adoperate; una tecnica  che si avvicina  all’utilizzo delle parentesi quando si scrive qualcosa (si, io le uso in abbondanza) e che, probabilmente, l’autore del romanzo da cui è tratta la pellicola avrà usato proprio per rendere queste stesse scene.
Altro modo in cui la regia di Spielberg si è dimostrata PERFETTA ?
Il film è tratto da una storia vera, una storia di cui sappiamo già l’esito perchè è (appunto) STORIA (si, quella con la “S” maiusciola…e anche con tutte le altre lettere), se anche non avessimo le nozioni storiche basilari necessarie a sapere che Lincoln ha sconfitto la schiavitù e ha vinto la guerra di Secessione potremmo facilmente intuire l’esito del film basandoci semplicemente sul fatto che quanto stiamo vedendo è una bella storia che termina con un lieto fine (ma di questo ne parleremo dopo), nonostante ciò nel momento finale in cui c’è la “votazione definitiva” per determinare se l’emendamento passerà o meno la suspence che il regista riesce a darci è altissima.
Concludo questo commento con una serie di previsioni.
Il film di Spielberg è un film pieno di pretese, queste ci sono evidenti fin da quando visioniamo il primo trailer del film, ma riesce in ciò in cui molti falliscono: mantiene e assolve tutte le pretese  e promesse che ci sono state fatte.
Lincoln vincerà qualche Oscar
Non è un film leggero, se vuoi andare al cinema e divertirti non andare a vederti Lincoln ma vai a vedere ….boh….”Mai stati uniti” o magari un bel “cinepanettone” se sei fortunato potrai trovarne ancora in qualche cinema (anzi, credo che nemmeno per “divertirsi” un “cinepanettone” possa aiutare), se vuoi “distrarti” durante la visione del film non andarti a vedere Lincoln perché rischieresti di perdere una scena importante (e considera che OGNI scena è importante in questa pellicola), ci vuole dedizione per affrontare una pellicola del genere ma è proprio questo che la rende una pellicola da “Oscar“.
Non ho visto tutti gli altri titoli in nominations per gli Academy Award ma quanto ho visto in Lincoln mi permette di dire con certezza che Spielberg, o chiunque altro tra coloro che hanno lavorato al film, si porterà almeno una statuetta a casa.
Un voto?

8.5/10 Lincoln è una “bella storia”, una fiaba, capace di farci emozionare, divertire, sperare e credere che il mondo non sia tanto brutto quanto noi crediamo.
Le iniziali difficoltà dei dialoghi non riescono a rovinare la straordinaria prestazione di attori e regista.

 



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